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La violazione degli obblighi di assistenza familiare prescinde dall'accertamento dello stato di bisogno nel caso di figlio minorenne
pubblicato il 21/11/2009

La minore eta' dei discendenti, destinatari dei mezzi di sussistenza, rappresenta in re ipsa una condizione soggettiva dello stato di bisogno, con il conseguente obbligo per il genitore obbligato di contribuire al loro mantenimento, assicurando ad essi detti mezzi di sussistenza. (Corte di Cassazione Sezione 6 Penale
Sentenza del 28 settembre 2009, n. 38127)

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Risponde di sottrazione di minore la madre affidataria che allontana il figlio dal papà consentendo solo di telefonare
pubblicato il 20/11/2009

Risponde del delitto di sottrazione di persona incapace (articolo 574 c.p.) il genitore che, senza consenso dell'altro, porta via con se' il figlio minore, allontanandolo dal domicilio stabilito, ovvero lo trattiene presso di se', quando tale condotta determina un impedimento per l'esercizio delle diverse manifestazioni della potesta' dell'altro genitore, come le attivita' di assistenza e di cura, la vicinanza affettiva, la funzione educativa, identificandosi nel regolare svolgimento della funzione genitoriale il principale bene giuridico tutelato dalla norma (Cass. Sez. 6, 4.3.2002 n. 11415; Sez. 6, 18.2.2008 n. 21441). Ai fini della integrazione dell'elemento soggettivo della fattispecie criminosa in esame, e' richiesto il dolo generico, consistente nella coscienza e volonta' da parte dell'agente della condotta e dell'evento, ossia nella coscienza e volonta' di sottrarre (cioe' di togliere, portare via) il minore all'altro genitore esercente la potesta' genitoriale e di trattenerlo presso di se' contro la volonta' dell'altro genitore. (Corte di Cassazione Sezione 6 Penale, Sentenza del 4 novembre 2009, n. 42370)

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Lo stato di disoccupazione non fa venire meno l'obbligo per il genitore di provvedere alle esigenze del minore
pubblicato il 15/11/2009

In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare lo stato di bisogno di un minore - il quale, appunto perché tale, non è in grado di procacciarsi un reddito proprio - è un dato di fatto incontrovertibile, sicché l'obbligo di assicurare i mezzi di sussistenza ai figli di età minore grava su entrambi i genitori e permane indipendentemente dalle vicissitudini dei rapporti coniugali, laddove la semplice indicazione dello stato di disoccupazione dell'obbligato non è sufficiente a fare venire meno l'obbligo di fornire i mezzi di sussistenza alla famiglia, quando non risulti provato che le difficoltà economiche si siano tradotte in stato di vera e propria indigenza economica e nella impossibilità di adempiere, sia pure in parte, alla prestazione. (Tribunale Torino Penale, Sentenza del 4 maggio 2009)


La normativa in materia di affido condiviso trova applicazione anche ai figli naturali
pubblicato il 14/11/2009

La recente Legge n. 54 del 2006, esprimendo un'evidente scelta di assimilazione della posizione dei figli naturali a quelli nati nel matrimonio, quanto al loro affidamento, precisa che "le disposizioni della presente legge si applicano anche (...) ai procedimenti relativi ai figli di genitori non coniugati". Dunque sono applicabili, anche in questo settore, le regole introdotte dalla predetta legge per la separazione e il divorzio: potesta' esercitata da entrambi i genitori, decisioni di maggior interesse di comune accordo (con intervento diretto del giudice, in caso di contrasto), quelle piu' minute assunte anche separatamente, privilegio dell'affidamento condiviso rispetto a quello ad uno dei genitori, che comunque puo' essere disposto, quando il primo appaia contrario all'interesse del minore; assegno per il figlio, in subordine, essendo preminente il principio del mantenimento diretto da parte di ciascun genitore, audizione obbligatoria del minore ultradodicenne, possibilita' di revisione delle condizioni di affidamento, ecc.. (Corte di Cassazione Sezione 1 Civile, Sentenza del 30 ottobre 2009, n. 23032)

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Le Convenzioni internazionali impongono di ascoltare il minorenne in ogni procedura giudiziaria che lo riguardi, a meno che l'audizione possa danneggiarne gli interessi fondamentali
pubblicato il 07/11/2009

L'audizione dei minori nelle procedure giudiziarie che li riguardano e in ordine al loro affidamento ai genitori e' divenuta comunque obbligatoria con l'articolo 6 della Convenzione di Strasburgo sullo esercizio dei diritti del fanciullo del 1996, ratificata con la legge n. 77 del 2003 (Cass. 16 aprile 2007 n. 9094 e 18 marzo 2006 n. 6081), per cui ad essa deve procedersi, salvo che possa arrecare danno al minore stesso, come risulta dal testo della norma sovranazionale e dalla giurisprudenza di questa Corte (la citata Cass. n. 16753 del 2007).
(Corte di Cassazione Sezioni Unite Civile, Sentenza del 21 ottobre 2009, n. 22238)

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Una mera espressione di volontà dei genitori, una ‘speranza’ di recupero delle capacità genitoriali non è sicuramente idonea al superamento dell’abbandono
pubblicato il 13/10/2009

L’art. 8 l. n. 194, definendo l’abbandono di minore, come privazione di ‘assistenza morale e materiale da parte dei genitori (o dei parenti tenuti a provvedervi)’, costituisce sostanzialmente una norma in bianco, nella quale peraltro la giurisprudenza (e segnatamente quella di questa Corte) è pervenuta a risultati sostanzialmente univoci. Ne consegue che una mera espressione di volontà dei genitori, una ‘speranza’ di recupero delle capacità genitoriali non è sicuramente idonea al superamento dell’abbandono. (Corte di Cassazione Sezione 1 Civile, Sentenza del 17 luglio 2009, n. 16795 )

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I genitori sono solidalmente responsabili nei riguardi dei parenti della vittima di un omicidio commesso dal loro figlio minorenne, ancorché prossimo al compimento della maggiore età
pubblicato il 26/09/2009

I genitori sono solidalmente responsabili nei riguardi dei parenti della vittima di un omicidio commesso dal loro figlio minorenne, ancorché prossimo al compimento della maggiore età al momento del fatto. Tale responsabilità va ravvisata non in un difetto di vigilanza, data l'età del figlio, ma nell'inadempimento dei doveri di educazione e di formazione della personalità del minore, in termini tali da consentirne l'equilibrato sviluppo psicoemotivo, la capacità di dominare gli istinti, il rispetto degli altri e tutto ciò in cui si estrinseca la maturità personale. Correttamente il giudice del merito può desumere il grado di educazione dal comportamento del minore, quando esso manifesti un fallimento educativo quanto alla capacità di frenare i propri istinti o di incanalarli in modalità espressive meno gravi e violente.
(Corte di Cassazione Civile, Sentenza del 28 agosto 2009, n. 18804)


la sospensione condizionale della pena non può essere riconosciuta al minore socialmente pericoloso
pubblicato il 22/07/2009

Nel processo penale minorile, solo laddove sia esclusa la pericolosità sociale del minorenne, è possibile passare all'ulteriore fase di opzione nella risposta giudiziaria in termini di sospensione condizionale della pena, oppure di concessione del più ampio beneficio del perdono giudiziale. Al fine di compiere tale valutazione, mentre la pericolosità sociale è una qualità, un modo di essere del soggetto, anche minorenne, da cui si deduce la probabilità che gli commetta nuovi reati, la capacità criminale, che esiste sempre, in misura più o meno accentuata, per il fatto stesso che tale persona ha già commesso il reato, costituisce, quindi, una attitudine soggettiva alla commissione dei reati stessi. Ne discende che la capacità criminale è, quindi, il genus e la pericolosità sociale la species, poiché la prima è solo possibilità, mentre la seconda è probabilità, più o meno accentuata, di compiere illeciti penali. (Corte di Cassazione Sezione 6 Penale, Sentenza del 1 aprile 2009, n. 14380)

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La testimonianza del minore parte offesa può essere assunta, anche da sola, come prova della colpevolezza purché sottoposta a rigoroso esame circa la sua attendibilità
pubblicato il 14/07/2009

La testimonianza del minore parte offesa può essere assunta, anche da sola, come prova della colpevolezza purché sottoposta a rigoroso esame circa la sua attendibilità. La valutazione del giudice sulla credibilità della persona offesa, in mancanza di altri elementi di conferma della deposizione testimoniale, e a fronte di circostanze apparentemente contrastanti, deve essere fondata su precisi criteri di inferenza.(Corte di Cassazione Sezione 6 Penale, Sentenza del 15 aprile 2009, n. 15897)

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La competenza ad adottare i provvedimenti nell'interesse del figlio naturale spetta al tribunale per i minorenni
pubblicato il 05/07/2009

La Legge 8 febbraio 2006, n. 54 sull'esercizio della potesta' in caso di crisi della coppia genitoriale e sull'affidamento condiviso, applicabile anche ai procedimenti relativi ai figli di genitori non coniugati, ha corrispondentemente riplasmato l'articolo 317 - bis c.c., il quale, innovato nel suo contenuto precettivo, continua tuttavia a rappresentare lo statuto normativo della potesta' del genitore naturale e dell'affidamento del figlio nella crisi dell'unione di fatto, sicche' la competenza ad adottare i provvedimenti nell'interesse del figlio naturale spetta al tribunale per i minorenni, in forza dell'articolo 38 disp. att. c.c., comma 1. (Corte di Cassazione Sezione 1 Civile, Ordinanza del 8 giugno 2009, n. 13183)

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